La conservazione dei tessuti oculari per trapianto

LA CONSERVAZIONE DEI TESSUTI CORNEALI

Tutte le cornee raccolte vengono valutate, selezionate e conservate in attesa della distribuzione.
A tal fine Fondazione Banca degli Occhi dispone al proprio interno di un laboratorio con personale qualificato. Per ridurre le probabilità di infezione, in laboratorio sono adottate tecniche di lavorazione in asepsi e gli ambienti sono monitorati secondo normativa.
 
Fondazione Banca degli Occhi utilizza due metodi di conservazione della cornea:
conservazione a breve termine (+ 4°C); 
• conservazione in coltura  (+ 31°C).

Ha iniziato la propria attività di banca facendo riferimento all'esperienza statunitense e quindi utilizzando esclusivamente la conservazione a breve termine (4°C). Successivamente, l'aumento della disponibilità di tessuti e la necessità di una migliore programmazione degli interventi hanno favorito l'adozione della conservazione in coltura.

La conservazione a breve termine (+ 4°C)

La conservazione a breve termine (+ 4°C) richiede che la cornea venga immersa in un liquido contenente sali minerali, aminoacidi, vitamine, antibiotici ed uno o più agenti osmotici. Così conservata, la cornea può durare mediamente 10 giorni. Poiché l'agente osmotico mantiene la cornea in uno stato di relativa deidratazione, lo spessore corneale rimane pressoché inalterato.

La conservazione in coltura (+ 31°C)

La conservazione in coltura (+ 31°C) si svolge in due fasi:

1. la cornea viene conservata in una soluzione nutriente, che contiene anche fattori di crescita proteici. Questo periodo può raggiungere i trenta giorni;
2. qualche giorno prima dell'intervento, la cornea viene trasferita in un liquido detto "di trasporto", identico al primo, ma contenente un agente deturgescente (destrano ad alto peso molecolare). Lo stroma corneale perde buona parte dell'acqua accumulata e lo spessore corneale ritorna a valori vicini a quelli fisiologici.
 
La conservazione in coltura presenta numerosi vantaggi, se paragonata alla conservazione a 4°C, perché consente di:
• programmare gli interventi; 
• disporre sempre di tessuti
per urgenze; 
• eseguire tipizzazioni per pazienti
ad alto rischio di rigetto; 
eseguire controlli microbiologici
prima dell'intervento.

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